ABRUZZO CON I BAMBINI: LA NATURA SALE IN CATTEDRA TRA RELAX E DIVERTIMENTO!

Dell’Abruzzo ho ricordi nitidi di me piccolina durante le vacanze con la mia famiglia a Roccaraso: tanto bianco, tanto amore, autentica felicità.

Dell’Abruzzo ho poi ricordi più sfocati di me adolescente durante la gita di seconda media nel Parco Nazionale: tanto verde, tante risate, autentica libertà.

Ogni viaggio è a sé, ha il suo perché, le sue esperienze, emozioni, sensazioni anche se si visita lo stesso luogo.

E l’Abruzzo da mamma? Come sarebbe stato? Me lo sono chiesto quando abbiamo iniziato a individuare la meta per il nostro viaggio di inizio settembre, prima di riprendere la routine dell’autunno-inverno. E così dopo 20 anni ci sono tornata per la terza volta, in una terza veste.

È stata la scelta migliore che potessimo fare: rigenerante, purificante. Quattro giorni totalmente immersi nella natura, una natura differente da quella della calda Puglia a cui siamo abituati.

Abbiamo fatto chilometri di trekking per boschi, siamo saliti in cima alle montagne, abbiamo visto scenari mozzafiato sui laghi, siamo andati alla ricerca di orsi e camosci.

In questo articolo vi racconto le tappe e le esperienze che abbiamo fatto noi in 4 giorni, ma l’Abruzzo è così grande e vario che credo sia giusto cucirvi un itinerario personalizzato in base all’età dei vostri bambini e alle vostre esigenze.

La nostra base operativa è stata Pescasseroli, un bellissimo borgo nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, incastonato negli Appennini. Da lì ci siamo spostati nei dintorni. 

PRIMO GIORNO, PESCASSEROLI: in mattinata visita al centro di recupero di Pescasseroli dove vengono ricoverati gli animali in difficoltà che non sono più in grado di vivere da soli in natura: cervi, istrici, lupi, pecore, lontre, caprioli e orsi marsicani. Questo centro è il primo approccio che accoglie i turisti nell’immenso patrimonio naturale e culturale dell’area protetta: una “finestra” sul parco che si estende su circa 50.000 ettari e che è possibile visitare passeggiando sui circa 750 km di sentieri.

Subito dopo siamo andati al vicino impianto di sci, prendendo la seggiovia che ci ha portati a 1960 metri di altezza. Un’esperienza adrenalinica che i bambini difficilmente dimenticheranno. E poi l’incredibile sensazione di libertà dall’alto delle montagne, l’aria pura, le aquile sulle nostre teste, le nuvole così vicine, il cielo azzurrissimo.

Nel pomeriggio abbiamo visitato il centro di Pescasseroli, un piccolo borgo con viuzze acciottolate, fiori ovunque, scorci sulle montagne. Abbiamo girovagato senza meta, abbiamo chiacchierato con i vecchietti. Ci abbiamo lasciato il cuore.

SECONDO GIORNO, VAL FONDILLO E CAMOSCIARA: scarpette da trekking ai piedi ci siamo letteralmente “buttati” nella natura più pura per un giorno intero. Prima tappa Val Fondillo, tra i comuni di Opi e Barrea, è fornita di un’area parcheggio, di un punto ristoro e di un servizio di noleggio biciclette o di passeggiate a cavallo. I sentieri percorribili sono una ventina. Noi con i bimbi al seguito abbiamo percorso il sentiero F2, che dal punto ristoro si snoda per le Grotte di Fondillo, il ponte tibetano e la Grotta delle Fate per un totale di circa 12 chilometri andata/ritorno. Nel bel mezzo picnic sotto le fronde di un faggio e i calzini di vittoria ad asciugare al sole: non li abbiamo limitati in nulla. Li abbiamo lasciati liberi di esplorare i boschi come meglio credevano, compreso il passaggio attraverso un ruscello. Scarpe zuppe? Poco importa. È stata un’esperienza incredibile, vissuta fino in fondo. Il resto non conta. Nei pressi del punto di ristoro ci sono una serie di attività che è possibile fare con i bambini: giro a cavallo e lezioni di tiro con l’arco. Quale abbiamo scelto noi? Tutte e due ovviamente!

Ad una manciata di chilometri dalla Val Fondillo, si trova La Riserva Integrale della Camosciara, uno dei più incantevoli sentieri di trekking d’Abruzzo. Deve il suo nome alla cospicua popolazione di camosci. Anche qui ci sono diversi sentieri, il più battuto, il G6, di circa 5 chilometri (a/r). Si snoda tra le rocce calcaree dei monti Capraro e Sterpi d’Alto, appartenenti ai Monti Marsicani. Tra faggete, foreste fitte di pini neri, ruscelli e cascate, passeggerete nella pace dei sensi, fino ad arrivare a due cascate: la cascata delle Ninfee, e la cascata delle Tre Cannelle. Potete parcheggiare il vostro mezzo nell’area camper e proseguire a piedi oppure potete prendere il trenino della Camosciara o una carrozza trainata dai cavalli che attraversano tutto il percorso fino ad arrivare all’anfiteatro della Camosciara.

TERZO GIORNO, SCANNO E LAGO DI SCANNO: Scanno ha un fascino che lascia il segno. Anche se da Pescasseroli è distante un’ora abbondante e la strada non è affatto per i deboli di stomaco come me, non perdetela assolutamente! Le stradine inerpicate, gli scorci sul lago e sulle montagne, le cimmose (le scale da un’abitazione all’altra), le oreficerie del paese, la gente deliziosa vi faranno dimenticare l’infinita serie delle curve a gomito. E poi i dolci tipici, come il Pan dell’Orso (non perdete la tappa nella omonima pasticceria) e i gioielli tipici, come la “presentosa“, un ciondolo a forma di stella con due cuori al centro che veniva spesso donato alle giovani donne quale promessa d’amore: era un “presente”, da cui deriva la definizione dialettale “presentenza” e la successiva “presentosa”.

Imperdibile il lago di Scanno dove è possibile fare il bagno, un pic-nic o un giro in pedalò. Ma la vera magia è osservarlo dall’alto: scoprirete che è a forma di cuore! Per ammirare questo spettacolo naturale incastonato nel verde potrete percorrere il “sentiero del cuore” che vi porterà dritti al punto panoramico. Rimarrete senza fiato: sia per il percorso impervio (ma super emozionante) che per lo spettacolo finale. Ne varrà la pena!

QUARTO GIORNO, VILLETTA BARREA E CIVITELLA ALFEDENA: Villetta Barrea è famosa per la particolarità di poter incontrare i cervi gironzolare per il paese liberi e indisturbati. Noi ci siamo stati davvero poco e non siamo stati fortunati ad incontrarli. Civitella Alfedena invece è famosa per i branchi di lupi che vivono liberi nelle sue aree verdi.

L’aria fresca e pulita.

Le infinite praterie verdi.

Le casette con le tegole in cotto.

La natura così viva.

Tutto questo ha lasciato impronte indelebili nel mio cuore con nuovi ricordi da legare a questa meravigliosa regione.  Chissà cosa celeranno nel loro cuore Pietro e Vittoria di questa esperienza.

Il tempo me lo dirà.