“LINEA BLU” IN SALENTO: IL 5 OTTOBRE SU RAIUNO L’AZIENDA “INMARE”, ECCELLENZA DEL TERRITORIO

GALLIPOLI – Continua il viaggio di Donatella Bianchi sulle coste più belle della penisola italiana. Sabato 5 ottobre, alle 14.00 su Rai1, le telecamere di “Linea Blu” saranno ancora una volta in Puglia, per raccontare, questa volta, un tratto della costa ionico-salentina. Tantissime le novità in una puntata che si alternerà tra bellezze paesaggistiche e scoperte subacquee. Tra i protagonisti dello storico programma, il parco naturale di Portoselvaggio ma anche le bellezze dell’entroterra di Nardò. Dalle grotte che si affacciano sulla Baia di Uluzzo alla visita al Museo della Presitoria. Dalle splendide ville “eclettiche” in località Cenate, ai fondali del mare neretino a “caccia” dello Junker 88, il bombardiere che giace sul fondo del mare da quasi 70 anni.

Un viaggio mozzafiato che ha anche portato le telecamere di linea blu nel mare cristallino di Gallipoli incontrando una delle aziende che rappresenta il fiore all’occhiello del territorio: InMare, allevamento ittico biologico in mare aperto, a due chilometri dalla costa di Torre Suda. Una bella notizia che dimostra come in ogni ambito siano lo studio e la preparazione a fare la differenza. Aldo Reho, amministratore delegato della Reho Srl, accarezzava il sogno di allevare pesce nelle acque del mare salentino sin da quando era al liceo: un’idea imprenditoriale rilevatasi di successo nata dall’intuizione e dalla caparbietà sua e dei suoi quattro fratelli, menti e braccia di questa bella realtà.

Il 5 ottobre su RaiUno avremo la possibilità di vedere le immagini e ascoltare la storia di un’azienda unica nel suo genere: è infatti la sola in Italia ad allevare tre diverse specie di pesci (spigole, orate e ombrine) in mare aperto. Il punto di forza è tutto qui. A differenza del tradizionale allevamento, il metodo InMare conferisce altissima qualità al proprio pesce in quanto ha la possibilità di crescere nell’ambiente naturale, con un costante ricambio idrico, di non ammalarsi: in quattordici anni non sono mai stati utilizzati antibiotici. Per questi motivi sono soprattutto le famiglie a scegliere il pesce con l’etichetta InMare: i genitori sono sicuri di dare ai propri bambini pesce fresco, allevato in mare aperto e di cui ne conoscono con certezza la provenienza.

PROCESSO PRODUTTIVO

Adottando il sistema di gabbie galleggianti in mare aperto, InMare ha creato l’impianto di produzione, ancorato ad un fondale di circa 40 metri di profondità. Ogni gigantesco acquario marino, largo 20 metri e profondo altrettanto, viene abitato da baby pesci del peso di 2 grammi. In questa nursery ittica, ogni specie gode dell’eccezionale pasto offerto dal Mediterraneo: oltre a plancton, alghe ed altre sostanze organiche che filtrano attraverso le reti delle gabbie, il menù prevede un energetico mangime, a base di farine di cereali e pesce azzurro. Milioni di orate, spigole ed ombrine così si nutrono e crescono in mare aperto, nel bel mezzo di forti correnti; ciò, oltre ad evitare accumuli di metabolici sul fondale, costringe i pesci a nuotare in profondità. Le loro carni crescono sode e prive di grassi in accumulo, sino a raggiungere il peso forma medio di 300 grammi.

A questo punto, una vera e propria battuta di pesca prende il via: una squadra di esperti, dotati di muta, bombole e reti, ma soprattutto di forza e passione, recupera il pesce azzurro; dopo pochi minuti giunge nello stabilimento situato nella zona industriale di Gallipoli, un capannone di oltre mille metri quadrati.

Qui il pescato viene prima raccolto in contenitori che garantiscono la sua conservazione a temperatura controllata, poi “etichettato”. Dopo un paio di ore è pronto a partire alla volta di pescherie, ristoranti e supermercati, arrivando così sulle tavole degli italiani. L’azienda gode della certificazione ICEA, traguardo raggiunto nel 2011, dopo un rigido protocollo di analisi dell’ambiente, del pesce stesso, della lavorazione e della rigorosa alimentazione.